Il tema dell’Educazione è notoriamente radicato nell’esperienza umana e, il più delle volte, è chiamato in causa perché accadono fatti che destano preoccupazione o sorpresa, coinvolgendo tutti gli stimoli che provengono dal mondo esterno.
L’Educazione è lo sviluppo di tutti gli aspetti della personalità umana e per questo è comune ritenere che educare sia un problema, che sia difficile comunicare tra genitori e figli, come pure tra insegnati e alunni.
Educare non significa semplicemente rispondere ai bisogni primari della persona (nutrimento, allevamento) ma si basa sul “rapporto con l’altro” (educatore – educando) in qualità di comune appartenenza all’umanità.
Educare implica qualcosa in più: è un intervento complesso che accompagna in un percorso di apprendimento, il quale si esprime in modo intenzionale ed acquista senso nel momento in cui si raggiunge la maturità tipica della condizione adulta.
Un adulto maturo agisce in piena libertà, intesa come la capacità di riconoscere il bene e praticarlo.
Il periodo storico che stiamo vivendo, in particolar modo quello recentemente passato del lockdown, ha messo a dura prova “l’educazione” nei suoi ambiti di applicazione e con essa il concetto più stretto di “relazione”.
A tal proposito, noi professionisti del benessere della persona e Tutor DSA abbiamo affrontato la complessità del periodo e, trasformandola in opportunità, abbiamo dato supporto e sostegno alle famiglie e ai “nostri bambini” nell’affrontare la nuova sfida della “RELAZIONE EDUCATIVA” ai tempi del Covid-19.
Il nostro Doposcuola Specialistico ha cercato di rispondere nell’immediato alle necessità derivanti dal nuovo complesso scenario educativo e si è reinventato in una versione Online, si è trasferito al di fuori delle sedi preposte per essere trasportato e accolto all’interno dell’ambiente educativo per eccellenza: la famiglia.
Grazie all’uso del computer abbiamo messo in atto nuove modalità, tecniche e pratiche educative che ci hanno permesso di poter garantire continuità al lavoro iniziato a settembre con i nostri bambini/ragazzi.
Consapevoli di quanto importante sia il rapporto in presenza, abbiamo sperimentato anche quello a distanza, ci siam riadattati ed abbiamo instaurato una nuova “relazione educativa”.
L’educazione si esprime sempre in forma relazionale ma questo non significa che ogni relazione risulti educativa.
Con il prezioso aiuto delle famiglie e degli insegnanti, anche a distanza, abbiamo cercato di fissare e raggiungere le principali caratteristiche di una buona relazione educativa: positività, efficienza, collaborazione, asimmetria, a dispetto delle difficoltà che il nostro lavoro comporta soprattutto con bambini con i disturbi dell’apprendimento dove ricercare e mantenere l’attenzione diventa veramente difficile.
Il rapporto Tutor-bambino/ragazzo affonda le sue radici nell’intreccio affettivo che, in ambito educativo, si basa su una buona quantità di empatia, quella che abbiamo mantenuto e che ci ha permesso di cogliere sentimenti ed emozioni anche davanti allo schermo di un computer. Non bisogna dimenticare né sottovalutare, poi, l’importanza dell’ASCOLTO ATTIVO: saper ascoltare i bambini ci offre una marcia in più per affrontare e gestire al meglio le dinamiche che scaturiscono dalla relazione con essi.
Diversante dal solito, quest’anno di Doposcuola Specialistico si è concluso con semplici abbracci virtuali, di sicuri privi del calore umano, ma pieni di gratitudine da parte dei genitori che hanno avuto fiducia in noi e nel nostro operato.
Quest’esperienza complessa e difficile ci ha insegnato ancora una volta che l’Unione fa la Forza! Uniti possiamo tutto!
Nonostante il caldo, le ferie ed il mare, le videochiamate per me non sono mai terminate, durante le quali è bello scambiare con i ragazzi momenti della loro quotidianità insieme ad opinioni e pensieri.
La prima idea che il bambino deve apprendere, per poter esser attivamente disciplinato, è quella della differenza tra il bene e il male; e il compito dell’educatore sta nell’accertarsi che il bambino non confonda il bene con l’immobilità e il male con l’attività.
Maria Montessori