Può uno strumento statistico dare prova di un bisogno intimo della persona?
Questa è una domanda che, così posta, difficilmente trovereste in un manuale di economia politica, ma è come se si fosse realizzata nella pratica.
Come spesso accade, per analizzare il punto nevralgico della questione, è necessario affrontare l’argomento partendo dal generale ed arrivando al particolare.
Prendiamo le due nozioni principali oggetto di questa trattazione:
- Paniere ISTAT, strumento statistico utilizzato dall’ISTAT per rilevare i prezzi al consumo di beni e servizi che rappresentano quelli prevalentemente acquistati dalle famiglie. Il paniere viene revisionato annualmente;
- Psicoterapia, intervento indirizzato alla cura e al trattamento della sofferenza della psiche anche tramite il cambiamento di modalità emotive, cognitive, relazionali che creano sofferenza per il soggetto.
In che modo queste due nozioni, lontanissime tra loro per sfere d’interesse, vengono ad intersecarsi?
A questa domanda va a rispondere, implicitamente, il comunicato stampa emanato il 2 febbraio di quest’anno dall’ISTAT a titolo “Gli indici dei prezzi al consumo”. Al suo interno si legge: «Tra i prodotti rappresentativi dell’evoluzione nelle abitudini di spesa delle famiglie … entrano nel paniere 2022: … [la] psicoterapia individuale … ».
Ciò vuol dire che, dati statistici alla mano, la psicoterapia è di fatto annoverabile tra gli elementi che caratterizzano i comportamenti di spesa degli italiani: le famiglie italiane spendono parte del loro reddito per la psicoterapia, che diventa un bene essenziale per l’individuo.
Per raggiungere questo obiettivo, è inutile negarlo, molto del “lavoro” è stato sicuramente svolto dalla pandemia. Il dover stare chiusi in casa, il doversi attenere, più in generale, a tutta una serie di regole inesistenti fino a poco prima, ha fiaccato non poche persone, anche e soprattutto sul piano psicologico. Tutto questo ha contribuito all’aumento delle richieste di iniziare percorsi di psicoterapia – e molto ha fatto, in questo senso, anche la nascita di numerosi servizi di terapia online, capaci di fornire il supporto tramite sedute di telemedicina.
Il sinallagma è facilmente intuibile: più le persone sono stata male e più facilmente sembra essersi infranto il tabù della psicoterapia; più percorsi di psicoterapia sono stati iniziati, più quella riservata alla psicoterapia, per le famiglie italiane, è divenuta una spesa “importante” e “necessaria”. A fortiori la psicoterapia è quindi entrata nel paniere ISTAT 2022 – e non è neanche così scellerato credere che vi possa rimanere per molti anni ancora.
Ecco allora come uno strumento statistico, come appunto quello del paniere ISTAT, possa dar prova del bisogno intimo di una persona – nello specifico, quello di prendersi cura della propria salute mentale.
Ma tutto questo, oltre ad una conoscenza fine a se stessa, a cosa giova?
Cercando di allargare per un attimo il discorso, puntando a trovare una visione d’insieme e senza compiere voli troppo pindarici, sarebbe il caso di ricordare che, pochi giorni addietro, è stato varato, grazie all’inserimento all’interno del cosiddetto decreto Milleproroghe, il Bonus Psicologo. Il decreto attuativo relativo al bonus non è ancora stato presentato, ma già siamo a conoscenza che lo Stato ha varato 20 milioni di euro, tenendo conto ovviamente di specifiche modalità attuative, a tutela della salute mentale dei suoi cittadini – e “finalmente!”, sarebbe il caso di esclamare.
Ma come possono essere collegate queste due notizie? Sicuramente, speranza comune è che l’ingresso della psicoterapia nel paniere ISTAT, possa essere di sprone per le Istituzioni a dare sempre nuovi e ponderati incentivi alla persona (soprattutto per favorire le fasce della popolazione maggiormente svantaggiate dal punto di vista economico) nell’ottica della tutela della salute psicologica personale – e, sine dubio, di comunità – e che possa altresì essere un punto d’inizio per una radicale riforma della figura professionale dello Psicologo all’interno della Sanità pubblica (dal potenziamento delle figure già esistenti nei vari ambiti territoriali allo sviluppo della figura dello “psicologo di base” a tantissime altre iniziative che lo Stato potrebbe prendere in questa materia) oltre che per instaurare, finalmente, una fruttuosa collaborazione tra ambito pubblico e privato della psicologia.
La certezza è che, l’ingresso della psicoterapia nel paniere ISTAT ha fornito un segnale molto forte ed indelebile sui bisogni del cittadino comune e deve essere preso – senza troppi ritardi – come punto di partenza per la creazione di una solida infrastruttura, a livello pubblico e privato, che operi in totale sinergia ed a supporto delle persone, di tutte le persone.
La speranza è che, questo primo spiraglio di luce che finalmente si inizia ad intravedere anche con il Bonus Psicologo, non si riveli solo l’ennesimo fuoco di paglia.
Dott. Marco Trinchera
Ufficio Amministrazione Centro Nova Mentis
BIBLIOGRAFIA
https://www.istat.it/it/archivio/265952
https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=102076#:~:text=%22La%20psicoterapia%20%C3%A8%20entrata%20nel,dal%20complesso%20delle%20famiglie%20italiane
https://www.ilsole24ore.com/art/bonus-psicologo-perimetro-dell-aiuto-fino-600-euro-dieci-domande-e-risposte-AEVxbpEB?refresh_ce=1