Cos’è?
Il Mutismo selettivo è un disturbo d’ansia caratterizzato dall’incapacità del bambino di parlare in determinati contesti sociali, nei quali ci aspetterebbe, ed è richiesto, l’uso del linguaggio verbale. Questi bambini sono perfettamente in grado di parlare in situazioni familiari con i genitori, i fratelli e spesso sono considerati, all’interno delle mura domestiche, dei grandi chiacchieroni mentre a scuola, al parco o con estranei riscontrano grandi difficoltà. Perché si possa parlare di disturbo, il problema deve interferire con i risultati scolastici e persistere per almeno un mese.
Perché un bambino sviluppa il mutismo selettivo?
L’interesse recente per questo disturbo e, i pochi studi disponibili in letteratura, non sono ancora in grado di spiegare le cause specifiche del mutismo selettivo. Da tempo, sono state abbandonate le teorie classiche che consideravano il mutismo selettivo come una delle possibili conseguenze di situazioni traumatiche, abusi o violenze. Ricerche recenti propongono un’ipotesi multifattoriale evidenziando l’interazione tra vari fattori, come quelli temperamentali e ambientali, in particolar modo socio culturali e familiari.
Quanto è frequente?
Il mutismo selettivo è un disturbo relativamente raro che si manifesta per lo più durante l’infanzia, senza distinzioni legate al sesso o all’etnia. Generalmente i primi sintomi compaiono tra i 3 e i 6 anni ma spesso il problema viene sottovalutato perché attribuito banalmente ad una timidezza eccessiva del bambino o ad una fase transitoria dello sviluppo, per questo giunge all’attenzione clinica verso i 7 anni quando, con l’inizio della scuola primaria, aumentano le richieste sociali e i compiti prestazionali.
Perché è importante effettuare una diagnosi precoce?
Le difficoltà nell’identificare precocemente il problema sono dovute in parte al fatto che i comportamenti del bambino sono differenti e discordanti a seconda dei contesti di vita ma anche perché alcuni atteggiamenti vengono accettati con più tolleranza nei primi anni della scuola dell’infanzia sia dai genitori che dagli insegnanti. Riconoscere tempestivamente il problema, e attuare di conseguenza un intervento mirato, comporta una risposta più rapida al trattamento e una prognosi complessiva più favorevole. Se i genitori pensano che il loro figlio potrebbe avere un problema di mutismo selettivo, dovrebbero innanzitutto ricorrere al pediatra per assicurarsi che non ci siano problemi di altro genere. Il passo successivo dovrebbe essere rivolgersi ad uno psicologo che potrà eventualmente confermare la diagnosi e proporre l’intervento terapeutico più indicato.
Fonti: http://selectivemutismcenter.org
M.Capobianco, Il Mutismo Selettivo: diagnosi, eziologia, comorbilità e trattamento, in «Cognitivismoclinico», 2, Vol. 6, 2009.
Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – DSM 5, Cortina Raffaello, 2014.