Dott.ssa Chiara Pastore – Psicologa
Cos’è il burnout?
Il burnout (dall’inglese to burn out “estinguersi, bruciarsi, consumarsi”) è una condizione di stress che implica un esaurimento con un conseguente crollo sul piano psicofisico ed emotivo e ripercussioni sulla sfera lavorativa, sociale e personale dell’individuo.
La sindrome del burnout, anche detta “sindrome dell’operatore bruciato”, inizialmente associata alle professioni sanitarie e assistenziali che prevedono il coinvolgimento di persone in una relazione di aiuto, terapeutica o pedagogica (medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, insegnanti, educatori), è stata in seguito generalizzata a tutte quelle categorie di lavoratori a frequente contatto con un pubblico o con utenti (avvocati, impiegati, ristoratori…).
Quando si manifesta?
Tale condizione di stress si verifica quando insorge uno squilibrio tra le risorse, le energie e l’entusiasmo del lavoratore, che svaniscono a fronte di emozioni quali rabbia, ansia e tristezza e le richieste, gli impegni o gli obiettivi troppo difficili o ambiziosi da raggiungere. Tutto ciò incastonato in un contesto e in un clima lavorativo scarsamente accogliente e supportivo, per cui l’operatore va incontro ad una escalation di affaticamento e frustrazione ad andamento ingravescente che lo manda in cortocircuito e si traduce in un atteggiamento di distacco e cinismo nei confronti del lavoro e delle persone con cui entra in contatto e in una sensazione di inadeguatezza, bassa efficacia e sfiducia verso se stessi.
Come si manifesta?
Nello specifico l’individuo in burnout presenta:
- Sintomi psicologici: demotivazione, bassa stima di sé, sensazione di fallimento, atteggiamento sospettoso e critico, irritabilità, isolamento, difficoltà di concentrazione e nelle relazioni con familiari, colleghi e utenti;
- Sintomi comportamentali: aggressività, assenteismo, conflittualità familiari fino a condotte di abuso di alcol o di sostanze;
- Sintomi somatici: cefalea, insonnia, disturbi gastrointestinali, sintomi respiratori e senso di debolezza.
Quali sono le cause?
Vi sono fattori sia individuali che ambientali che incidono sull’insorgenza di tale sindrome. Tra i primi rientrano caratteristiche di personalità quali l’introversione, l’ossessività, la tendenza ad essere ansiosi, ma anche competitivi, autoritari, a considerarsi indispensabili e a sostituire il lavoro alla vita sociale. Tra i secondi si possono rintracciare la mancanza di autonomia e di partecipazione ai processi decisionali, di formazione e/o di supporto psicologico, un sovraccarico di lavoro o un lavoro poco stimolante, una turnazione o retribuzione inadeguata.
Come prevenirlo?
Per prevenire il burnout è importante ridurre gli aspetti negativi e cercare d’incrementare quelli positivi presenti sul posto di lavoro. L’individuo da parte sua può agire ponendosi obiettivi realistici e raggiungibili, variando la routine, rafforzando le relazioni amicali, familiari e con i colleghi, favorendo il proprio benessere psicofisico con percorsi di sostegno psicologico; mentre nel contesto lavorativo si può organizzare l’attività in modo chiaro, vario e più interessante con una chiara divisione dei compiti, promuovere il confronto e lasciare autonomia nelle decisioni, valorizzare le competenze dando la possibilità di crescere professionalmente e favorire un clima disteso e collaborativo che limiti le conflittualità attraverso una comunicazione diretta ed efficace.
La sindrome del burnout genitoriale
Nell’immaginario collettivo si è portati a pensare che diventare genitori sia il mestiere più bello del mondo. Quest’esperienza meravigliosa però non è priva di ostacoli: i genitori sono sottoposti ad un livello di stress giornaliero considerevole per cui possono non avere le risorse e le strategie comportamentali o cognitive adeguate a fronteggiarlo. A partire dai primi anni 2000 in ambito psicologico, è stata descritta una sindrome definita del burnout genitoriale, caratterizzata dall’esaurimento delle risorse psicofisiche ed emotive che porta il genitore a sentirsi disinteressato e distaccato dai propri figli e a mettere in dubbio la propria capacità genitoriale.
Per affrontare tale condizione è necessario attenzionare i segnali di stanchezza provenienti dal corpo e di tensione dalla psiche, fare gioco di squadra col proprio partner nell’educazione dei figli, condividere le proprie difficoltà con gli altri genitori, ritagliarsi dei momenti per sé e valutare la possibilità di un percorso psicologico per modificare i comportamenti disadattivi e riuscire a gestire in modo più efficace lo stress.
Dott.ssa Chiara Pastore – Psicologa
Questo articolo ha 22 commenti.
Molto interessante!
lo trovo molto esaustivo; un tema molto attuale! complimenti
Very good
Articolo decisamente attuale ed interessante, efficace ed immediato.
C'est un texte vraiment brillant!
Kesinlikle aç?klanacak metin!
Articolo molto interessante
Grazie mille, per la descrizione molto veritiera, purtroppo oggi credo che siano tanti a soffrire di questa sindrome, inoltre il periodo articolare che stiamo vivendo non aiuta a vivere con più calma è leggerezza.
Analisi attenta e puntuale!
Complimenti
interessante davvero
Articolo molto interessante soprattutto la parte riguardante i genitori che, in questo periodo, si trovano ad affrontare nuovi stress dovuti a lockdown parziali o totali.
Articolo molto chiaro. Come pre i genitori anche per noi insegnanti lo stress emotivo e fisico, la frustrazione soprattutto in questo periodo di DaD è descritto molto bene.
Complimenti per l'articolo! Riporta fedelmente quella che è, purtroppo, una condizione in cui, coloro che operano in determinati settori, si ritrovano.
Mi è piaciuto molto questo articolo perché tratta di una sindrome attuale molto diffusa. Interessante anche l'esame del burnout genitoriale. Complimenti
Lo ritengo molto interessante
Articolo ben scritto e molto completo su una sindrome ancora sottovalutata, che rischia di compromettere la salute psichica degli individui, in quanto persone e in quanto lavoratori e i loro rapporti con il prossimo. Complimenti!
Molto interessante.
Articolo ben scritto e molto completo su una sindrome ancora sottovalutata, che rischia di compromettere la salute psichica degli individui, in quanto persone e in quanto lavoratori, e i loro rapporti con il prossimo. Complimenti!
Amche se conoscevo il problema è sempre interessante avere delle informazioni aggiuntive sul disturbo. Penso che genitori, insegnanti e anche le altre categorie a rischio leggeranno quest'articolo con lo stesso interesse con cui l"ho letto io ....specie in questo periodo che sta mettendo a dura prova la tranquillità e l'equilibrio di tutti noi. Grazie.
Articolo ben scritto e molto completo su una sindrome ancora sottovalutata, che rischia di compromettere la salute psichica degli individui, in quanto persone e in quanto lavoratori, e i loro rapporti con il prossimo. Complimenti!
Complimenti per questo articolo che informa in maniera completa ed esaustiva su una sindrome ancora molto sottovalutata e che purtroppo rischia di compromettere la salute psico-sociale degli individui.