Vissuti delle vittime del “Mostro DOC”
DOC: chi di voi non ha mai letto questa sigla?
Probabilmente tra gli scaffali di un supermercato sarà capitato veramente a tutti. Purtroppo non rappresenta solo i migliori prodotti gastronomici con Denominazione d’Origine Controllata, ma anche qualcosa di meno piacevole.
DOC sta per Disturbo Ossessivo Compulsivo e, diciamo che, a differenza della prima sigla, non è proprio qualcosa che chi si vede attribuito questa etichetta sfoggia con vanto.
Cosa è il Disturbo Ossessivo Compulsivo?
Si tratta di un disturbo caratterizzato da ossessioni (pensieri, immagini o impulsi ricorrenti vissuti come intrusivi e fastidiosi), accompagnate da emozioni sgradevoli come ansia, disgusto, senso di colpa e sensazione di non aver fatto le cose nel modo giusto (nota come NJRE, cioè “Not Just Right Experience”).
Nell’80% dei casi compaiono anche delle compulsioni, cioè dei comportamenti ripetitivi che il soggetto mette in atto per ridurre il disagio provocato dalle ossessioni. Possono essere dei comportamenti manifesti (compulsioni overt, come ripetere un gesto per un certo numero di volte, lavaggi, controlli vari) o azioni mentali (compulsioni covert, come contare, pregare o ripetere “formule magiche” mentalmente).
Esistono vari tipi di DOC, classificati sulla base della tipologia delle ossessioni, ma non mi dilungherò nel riportarli e descriverli, perché le informazioni teoriche sul DOC sono a portata di click.
Preferisco di gran lunga provare a farvelo osservare dall’interno, non con asettiche definizioni, ma con sofferte riflessioni di chi il DOC lo vive sulla sua pelle e non lo legge solo su delle pagine di manuali.
“Voglio qualcosa che possa farlo smettere di parlare!”
“Chi?”
“Il mostro che c’è nella mia mente…mi sta facendo impazzire…mi ripete continuamente che le mie mani possono essere piene di germi, che ogni cosa intorno a me è sporca e non posso sottrarmi, devo lavarle e rilavarle, non è mai abbastanza!
Io lo vedo come mi guardano gli altri, osservano le mie mani massacrate dai continui lavaggi e sui loro volti compare un’espressione di disprezzo…mi reputano pazza…ma come dargli torto, mi rendo conto che è esagerato, vorrei smettere, ma non posso…il mostro mi costringe a farlo!”
Parole di un’adolescente. Ma a queste potrei aggiungerne una lunga lista: Francesco, ventenne, che evita di andare nella sua casa da universitario, perché sa bene che questo lo esporrebbe a estenuanti e lunghissimi controlli e ricontrolli di porte, fornelli, finestre, rubinetti; Laura, impiegata in un fast food, che consegna in netto ritardo rispetto ai colleghi l’ordine, accumulando rimproveri dal titolare, perché costretta dalla sua ossessione “E se sbagliassi?” a rileggere l’ordine molte volte; Antonio, che non ha la possibilità di viversi l’intimità con la sua fidanzata, perché intento a monitorare le sue reazioni fisiche, per placare l’ansia scaturita dal pensiero ossessivo “E se fossi gay?”…
In ogni caso e indipendentemente dal sottotipo di DOC, ossessioni e compulsioni vengono vissute come eccessive o irrazionali dal soggetto stesso e questo porta ad una svalutazione di sé pesantissima e a dover sostenere costi personali, rinunciando a ciò che si vorrebbe fare o avere nella vita privata, sociale e lavorativa.
È importante riconoscere e intervenire sul DOC in modo professionale e in questo la psicoterapia cognitivo-comportamentale si è rivelata il trattamento psicologico più utile; rimproverare o assecondare non aiuta: se riconosci in te stesso o in qualche tuo caro questo funzionamento, contatta uno Psicologo.
Questo articolo ha 2 commenti.
Come gestire un familiare affetto da questo disturbo, ossessionato dal tempo? 88 anni, mio padre ha bisogno di sapere l'orario esatto in cui si svolgono le cose e i pasti.
Fuori da quel minuto esatto, inizia a sragionare e chiamando continuo, implora, piagnucola e un tempo urlava.
Come il bianconiglio, è tardi se si superano i suoi orari e inizia ad ossessionarci.
Io ho sviluppato stress,ho la fibromialgia.
Com lo gestiamo,noi familiari,un uomo così ormai incurabile?
Gentile Rosa,
la ringraziamo per il suo commento.
Stabilire, attraverso questa modalità, che si tratti di Disturbo ,Ossessivo Compulsivo non è possibile, poiché le difficoltà riferite, considerando anche l'età di suo padre, possono rientrare in vari quadri sintomatologici.
Sarebbe utile un approfondimento specifico di persona per rendere mirate le strategie di gestione.
Comprendiamo lo stress di voi parenti: potrebbe risultare utile considerare queste lamentele come segnali di un fastidioso disagio da parte sua e provare a limitare le occasioni in cui questo si attiva. Seguire una chiara routine potrebbe aiutarlo a vivere serenamente gli impegni e le attese.
Restiamo a disposizione.
Dott.ssa Emanuela De Marco