“Devo finire tutti i compiti altrimenti sono considerata diversa o agevolata rispetto agli altri…”
“Devo fare bene i compiti altrimenti non sono brava come gli altri..”
Queste sono tipiche affermazioni che si ripetono frequentemente durante l’attività di Doposcuola Specialistico o in contesti scolastici e familiari da parte di bambini/ragazzi con Disturbi dell’Apprendimento ma non solo.
I pregiudizi educativi o formativi derivano principalmente dalla tendenza del genitore di costruire un immagine “perfetta, idealizzata” del proprio figlio e di proiettarlo sullo stesso e dalla convinzione che pretese severe e critiche possano portare a risultati migliori.
Ciò porta il bambino/ragazzo a interiorizzare questi pregiudizi come “ordini” che limitano la libertà e la spontaneità della persona. Ordini come “Sii perfetto”, “Sii preciso”, “Compiaci”, “Sii veloce”, “Tenta disperatamente”, ”Sii obbediente” rappresentano condizioni imposte al bambino/ragazzo per essere accettato e amato.
Qualora tali ordini si trasformino in coercitivi e opprimenti, insorge il problema relazionale tra bambino- genitore, bambino-docente e genitore-docente.
Nel momento in cui le capacità del bambino/ragazzo non rispecchiano gli “ordini” impartiti dagli adulti si genera un conflitto interiore che sviluppa un senso di inadeguatezza, incapacità e inferiorità che può avere inizio già in età precoce.
Per cui, tale modalità “educativa” si rivela pericolosamente ingannevole e distruttiva.
Da ciascuno secondo la sua capacità, a ciascuno secondo il suo bisogno.