Gdr e le discipline Psy: due mondi che s’incontrano

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Salve, sono la dottoressa Cosima Schirone e vorrei raccontarvi una storia…. 😊

Ho sempre avuto una passione per i fumetti, i videogiochi e le serie tv a tema fantasy e fantastico. Poi per caso ho avuto modo di avvicinarmi in maniera più consistente al mondo “nerd” conoscendo persone che giocavano di ruolo e ho iniziato a giocare anche io. Quando si parla di giochi di ruolo (Gdr) si fa riferimento ad un contesto ludico molto vasto e variegato. Negli ultimi 15 anni è diventata una tendenza di stile nella cultura pop e underground avvicinarsi e simpatizzare con il mondo nerd e tutto quello che gravita attorno a questo fenomeno di costume. Si pensi banalmente al Lucca Comics and Games, per citare una manifestazione grande e abbastanza conosciuta e per farsi un’idea rispetto a quante persone sono appassionate di Gdr, cosplay, fumetti, dadi, miniature…Tornando ai Gdr l’acronimo fa riferimento a giochi di ruolo “giocati dal vivo”. In una stanza ci sono 3 o più persone, uno di questi ha pensato e inventato una storia e ne è il narratore (prende il nome di Master) e gli altri giocatori sono persone che interpretano un personaggio, un ruolo in questa storia. C’è un’ambientazione, cioè un dove e un quando la storia si svolge, e un inizio, uno svolgimento e una fine. Ci sono delle regole per fare delle azioni e queste regole sono contenute in dei manuali e abbiamo bisogno di un set di dadi per stabilire se le nostre azioni avranno più o meno successo. Si lancia un dado e se si ottiene un punteggio “sufficiente” la nostra azione avrà avuto successo altrimenti …. può succedere di tutto.

Ecco, immagino che chi non si è mai avvicinato ad un’esperienza simile possa avere un sacco di domande. Sarebbe bello farvi provare per capire bene come si fa e quanto è divertente. Nella mia esperienza è accaduto che ho scoperto questo mondo quando ero all’università, ho iniziato a giocare e informarmi sulla storia di questa cosa e ho scoperto che nel 1974 Gary Gygax e Dave Arneson pubblicarono negli USA il primo gioco di ruolo che chiamarono Dungeons and Dragon’s. Il contesto storico e culturale in cui nacque questo primo manuale di gioco di ruolo (corredato da manuale di istruzioni, dadi e tutto l’occorrente per giocare) era quello dei Wargames (giochi di strategia militare) e il bisogno era legato alla necessità di alleggerire lo stato d’animo dopo gli orrori e le brutture del conflitto mondiale. I due ideatori pensarono di sostituire ai militari protagonisti dei giochi di strategia personaggi fantastici presi a prestito dalle opere di J.R.R Tolkien e così si diffusero agli occhi del mondo ambientazioni magiche, mondi popolati da elfi, maghi, foreste incantate e luoghi ricchi di magia. Dalla prima edizione ad oggi il mondo dei Gdr si è ampliato moltissimo e ne esistono di diversi tipi con diversi sistemi di gioco.

Agli occhi di una psicologa in formazione fu una rivelazione e al contempo la scoperta dell’acqua calda! Noi Psicologi studiamo Moreno e lo psicodramma e le sorprese non sono finite poiché  andando avanti e approfondendo gli studi e le tecniche della pratica clinica ho riscontrato che i Gdr vengono utilizzati spesso: “Il fare come se”, l’uso delle metafore, le tecniche narrativistiche e l’autocaratterizzazione, lo storytelling, l’uso delle carte Dixit in terapia, la tecnica della sedia calda e la Fixed role Therapy – per citare qualche tecnica – sono solo alcuni degli esempi di come questi Gdr li utilizziamo anche noi Psy nel nostro lavoro. La cosa mi appassionava sul piano personale e mi affascinava dal punto di vista accademico e ho iniziato a chiedermi se e come questi due “mondi” potessero incontrarsi nella prassi. Pensandoci ancora oggi ne sono convinta e sono in buona compagnia di molti colleghi. Di per sé l’utilizzo dei giochi di ruolo in terapie di gruppo aiuta la cooperazione, a “fare gruppo” e a sviluppare la “socialità”; prendere in considerazione “se alternativi” aiuta le persone in terapia nella riflessione su ste stessi e sull’aumento di consapevolezza del proprio ruolo nelle sue relazioni; aiuta, in alcuni fasi particolari della terapia personale, a prendere in considerazioni “esperimenti” anticipandone le possibili conseguenze in un contesto protetto. L’utilizzo dei Gdr è molto utilizzato per lo sviluppo e potenziamento delle Soft Skills, del team building e del problem solving nei contesti aziendali e organizzativi.

Nei contesti educativi serve a promuovere la cooperazione e l’inclusione: è utile come mezzo di lavoro in situazioni in cui si verificano casi di bullismo. Ci sono progetti finanziati che propongono l’utilizzo di gdr e giochi da tavolo con persone con situazioni di dipendenza di vario tipo (ludopatia e sostanze) in Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Insomma, i campi di applicazione sono vasti e potenzialmente interessanti sono i risultati e gli ulteriori possibili sviluppi…quindi tanto wow! D’altro canto, come per tutte le cose, serve attenzione e un’analisi clinica e psicologica del sistema in cui si decide di inserire la “variabile Gdr” perché è importante conoscere bene lo strumento, anticipare limiti e possibilità del sistema ed essere pronti e “vigili” sui processi che si muovono. In pandemia mi è capitato spesso di leggere di eventi on line organizzati da figure mitologiche chiamati “game trainer”….e approfondendo ho scoperto che questi esperti  di Gdr ne divulgavano la storia, un po’ di regole sul come si fa per poi dare la “loro benedizione” rispetto all’uso in tutti i contesti senza avere una minima formazione psicologica alle spalle. “Grandi potenzialità necessitano di grande attenzione” perché dobbiamo sempre ricordarci che abbiamo la responsabilità dei nostri pazienti e dell’altro di cui ci stiamo prendendo cura.

 

Dott.ssa Cosima Schirone

Psicologa Psicoterapeuta

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