“Il film sta per iniziare, sta per iniziare” penso questo, nel momento in cui una lunga fila di persone mi separa dal botteghino. Tutti ridono, tutti scherzano…mi sembrano tranquilli…”Oggi è stata veramente una bellissima giornata, mi hanno promosso a responsabile vendite” esclama un ragazzo dinanzi a me, avrà avuto una trentina d’anni, all’incirca l’età di mio figlio Lorenzo, Lorenzo…mi ha detto che oggi non è riuscito a superare il suo esame… è un anno fuori corso, è in difficoltà… lontano da casa, se non si laureasse in questa sessione? Permettergli di studiare fuori ci costa tanta fatica, ma era il suo sogno! Non devo e non posso aggiungere a lui altri pensieri, questa è una mia responsabilità! Ah a proposito domani devo andare alle poste per pagare le bollette ed è giorno di pensioni, ci sarà una fila anche più lunga di questa…se non faccio in tempo per l’appuntamento delle 9:15? “Quale film vuole vedere?” All’improvviso mi rendo conto che era arrivato il mio turno…”Come scusi?” risposi con un sobbalzo – “Dicevo, quale film vorrebbe vedere?” -“Si…mi scusi…ehm…Léon!”
“Certo, ecco a lei, sala 1…si sbrighi il film è iniziato da 5 minuti”. Cerco di sbrigarmi ad arrivare in sala, ho il respiro corto, il mal di testa non mi aiuta a rendermi conto che stavo sbagliando sala…ecco Sala 1. Siamo in pochi, saremo più o meno una ventina di persone, due gruppi di ragazzi e diverse coppie. Vediamo…fila H posto 15. Nel momento in cui mi siedo, mi rendo subito conto che il mio respiro è affannoso, il petto mi fa male, le gambe iniziano ad essere deboli e le mie mani sono molto fredde…conosco bene cosa sta accadendo. Il mio terapeuta dice che quando sento questo probabilmente non ho riconosciuto i segnali che il mio corpo mi stava dando. “E ora?” Provo a respirare con la pancia, come facevo nel suo ufficio, pancia grande, pancia piccola, pancia grande, pancia piccola…lentamente sento che il mio cuore si accompagna al mio respiro, sto recuperando piano piano…mi sento più tranquillo. Diceva di essere presente, di stare nel presente e che in queste situazioni potevo provare ad essere terapeuta di me stesso, ricercando da solo cosa potesse aiutarmi in queste situazioni, allenandomi con la respirazione come nel suo studio.
Lentamente ritorno qui, sulla mia poltrona Fila H, posto 15, una poltrona per due con la mia ansia, alla mia passione più grande, il cinema che tanto a lungo ho lasciato da parte. Un momento per me, un momento in cui ci sono io, il film e la “nostra” poltrona in fila H posto 15.
Marco Caiulo, Psicologo
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Grazie per questo aneddoto mi rendo conto di non essere sola