Sempre più spesso, ci riferiamo all’intestino con l’espressione “secondo cervello”, sottolineando l’importanza di questo organo, da cui dipende, in parte, il nostro benessere.
Se da un lato, i problemi intestinali, soprattutto se cronici, possono influire negativamente sulla nostra salute e anche vero che un periodo, più o meno lungo di stress, può comportare una maggiore sensibilità intestinale.
In questo articolo, proveremo a fare un po’ di chiarezza su cosa si intende per Sindrome del Colon Irritabile, come, perché si manifesta e cosa si può fare per affrontarla. La sindrome del colon irritabile o IBS (Irritable Bowel Syndrome), è un disturbo funzionale dell’intestino caratterizzato da dolore addominale e da un’alterazione della funzione intestinale in assenza di una specifica patologia organica.
Chi ne soffre avverte crampi addominali, flatulenza, meteorismo, nausea a cui generalmente si accompagnano periodi di stipsi, diarrea e di normalità nell’evacuazione.
IBS è un disturbo molto diffuso, si stima che negli Stati Uniti la prevalenza sia compresa tra il 15 e il 20 %, mentre in Italia, secondo i dati del Ministero della Salute (2011), ne soffrirebbe circa il 10 – 20% della popolazione. È più comune nelle donne tra i 30 e i 40 anni e riguarda soprattutto chi lavora nel mondo manageriale, industriale, politico, accademico, imprenditoriale o in ambienti lavorativi altamente stressanti.
Chi lamenta una sintomatologia simile a quella precedentemente descritta, dovrebbe rivolgersi ad un medico specialista in gastroenterologia poiché le caratteristiche della sindrome sono molto simili ad altre patologie del tratto gastro-intestinale come il Morbo di Crohn, la Rettocolite ulcerosa, la gastroesofagite da reflusso, alcune intolleranze alimentari e molti altri disturbi.
Per effettuare una diagnosi differenziale accurata è necessaria un’indagine medica basata su evidenze di laboratorio, radiologiche, endoscopiche e istologiche.
Le cause di questa patologia non sono del tutto conosciute, fino a pochi anni fa si supponeva un’origine esclusivamente psicosomatica, oggi alcuni studi ipotizzano la presenza di una disfunzione del sistema immunitario e della flora batterica intestinale, altri studi accertano il ruolo degli ormoni. Oltre ai fattori biologici, la ricerca ha attribuito importanza ai fattori psicosociali. Lo stress può essere considerato un fattore scatenante: se l’organismo è sottoposto per molto tempo a pressioni eccessive si verificano alterazioni fisiologiche che possono compromettere il benessere psicofisico della persona.
Sebbene la sindrome del colon irritabile sia tra i disturbi gastrointestinali più frequenti non è una malattia di cui si parla molto.
Per diagnosticare la malattia sono stati stilati dei parametri, i cosiddetti Criteri di Roma (Rome Foundation, 2016), che si basano sulla presenza di dolore addominale ricorrente per almeno 1 giorno a settimana negli ultimi tre mesi, associato a sintomi specifici.
La sindrome del colon irritabile non provoca danni all’intestino né patologie gravi, tuttavia nei casi più severi, può compromettere in maniera significativa la qualità della vita di chi ne soffre, limitando le relazioni sociali, le capacità lavorative e la possibilità di viaggiare o di effettuare anche solo brevi spostamenti.
Per quanto riguarda il trattamento, la Sindrome da Colon irritabile va affrontata su più fronti, l’intervento più adatto prevede un approccio multidisciplinare che prenda in considerazione tutti i fattori implicati: biologici, alimentari, psicologici e sociali.
Le linee guida per la gestione dell’IBS proposte dal National Institute for Health and care excellence forniscono informazioni riguardo lo stile di vita, l’attività fisica, la dieta, i farmaci sintomatici come i lassativi e quelli che agiscono sulla motilità intestinale e inoltre, consigliano tra gli interventi psicologici la terapia cognitivo comportamentale.
Il trattamento cognitivo comportamentale si pone come obiettivo la riduzione dell’intensità e della frequenza della sintomatologia, il miglioramento della qualità della vita e una migliore gestione dello stress. Permette al paziente di riconcettualizzare la sindrome e di identificare le situazioni che scatenano i sintomi, le emozioni esperite, i pensieri disfunzionali e i comportamenti messi in atto in seguito alla comparsa del problema.
FONTI:
A. Montano; Vitali S. (2016) “La sindrome del colon irritabile: affrontare la colite con la terapia cognitivo comportamentale” Eclipsi Editore
Kevin W. Olden, M.D., “Irritable bowel syndrome” FACG Mayo Clinic The American College of Gastroenterology 6400 Goldsboro Rd., Suite 450, Bethesda, Internet: www.acg.gi.org
B. Toner, Z. Segal, S. Emmott, D. Myran “Cognitive-Behavioral Treatment of Irritable Bowel Syndrome” Guildfor Press 2000
Cartabellotta, Patti, Berti, “Linee guida per la gestione della sindrome dell’intestino irritabile negli adulti”, Gennaio 2016, volume 8, Gimbe Foundation
Mahvi-Shiva M., Fathi-Ashtiani A., Rasoolzade-Tabatebaei SK:, Amini M. (2012). Irritable bowel syndrome treatment: cognitive behavioral therapy versus medical treatment. Archives of Medical Science, 8, 123-129.