Una recente ricerca condotta da Gu e collaboratori presso l’università di Shenzhen (2020) ha voluto identificare i correlati neuronali di due aspetti rappresentativi dell’ansia sociale, ovvero l’aspettativa di essere valutati negativamente e la compromissione dei processi di elaborazione degli stimoli sociali.
A livello clinico, l’ansia sociale a uno stadio severo compromette in maniera significativa la qualità della vita e il benessere individuale, come sottolineato dall’American Psychiatric Association (APA).
Gli autori della ricerca hanno utilizzato il Paradigma del Giudizio Sociale (SJP) e hanno suddiviso i partecipanti in due gruppi in relazione al loro livello di ansia sociale, alto e basso. Inoltre, al fine di rilevare gli effetti dell’ansia sociale non deducibili dai dati comportamentali, hanno registrato i potenziali evento-correlati (ERPs), nonché delle risposte cerebrali misurabili associate a diversi stadi dell’elaborazione dell’informazione. Quali le componenti ERP investigate?
- la componente P1, localizzata sulla corteccia occipitale;
- la componente FRN, che codifica gli errori di previsione;
- la componente P3, un indicatore del significato motivazionale del feedback;
- la componente LPP, legata all’esperienza e alla regolazione delle emozioni.
Quali sono i dati emersi?
La componente P1 è risultata sensibile all’ansia sociale; nello specifico, i soggetti con elevato livello di ansia, rispetto a coloro con un basso livello di ansia, hanno manifestato una risposta più ampia in relazione agli stimoli facciali, indipendentemente dalla loro successiva previsione (essere accettati o rifiutati). Questa risposta indica una ipervigilanza verso gli stimoli sociali e dunque la probabile presenza di un bias attentivo.
In merito alla componente FRN, gli autori hanno rilevato una risposta maggiore all’accettazione inaspettata (feedback positivo) rispetto al rifiuto inaspettato (feedback negativo), ma questo solo nei soggetti con elevato livello di ansia, a prova di un bias legato alle aspettative.
Infine è emersa una sensibilità inferiore delle componenti P3 e LPP alla valenza del feedback sociale nei soggetti con elevato livello di ansia. Questo significa che mentre i soggetti con basso livello di ansia riconoscono in maniera corretta il significato di uno stimolo sociale e vi rispondono in maniera differenziale, i soggetti fortemente ansiosi no, e questo indica un potenziale bias legato all’esperienza.
Ciò che identifica un sistema emozionale funzionante è la risposta differenziale ai feedback sociali, per cui nei soggetti con alto livello di ansia, a compromettere la qualità delle interazioni sociali potrebbe essere proprio questa insensibilità emozionale.
Si tratta di una ricerca che offre importanti prospettive nell’ottica di interventi nuovi e mirati per affrontare l’ansia sociale, proponendo uno sguardo nuovo a sentimenti che, come questo, andrebbero rivalutati e non soppressi.
A cura della Dott.ssa Ludovica Lops – Dott.ssa in neuroscienze cognitive
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7236026/