Pensando all’adolescenza, ci vengono in mente le scorribande con gli amici, le liti con i genitori, la voglia di libertà e soprattutto i cambiamenti fisici, il sentirsi in bilico tra infanzia ed età adulta, le cotte, gli “ormoni impazziti” e l’irrefrenabile desiderio di scoprire il sesso!
Per questi motivi, è proprio in questa fascia d’età che può capitare di affacciarsi per la prima volta al mondo della pornografia, un po’ per gioco, un po’ per sentirsi “preparati” come i più grandi.
Da recenti statistiche emerge però che l’età in cui avviene il primo contatto con il sesso, sia virtuale che reale, si sia notevolmente abbassata negli ultimi anni(secondo una ricerca del 2013 condotta da Paidoss il 19% dei giovani dichiara di aver avuto il primo rapporto sessuale prima dei 14 anni e numerose ricerche attestano che 1 minore su 3 ha visto pornografia intenzionalmente). Dati provenienti da Telefono Azzurro, inoltre, ci confermano che il 7% dei ragazzini tra i 9 e i 16 anni hanno visto immagini erotiche su Internet.
Questi numeri, lungi dal voler scatenare moralismi e allarmismi, portano sicuramente ad una riflessione: si tratta semplicemente di una fisiologica e accettabile voglia di scoprire il proprio corpo e quello altrui, di una conseguenza del progresso e dell’emancipazione o siamo di fronte a un fenomeno che potrebbe sfuggirci di mano?
Purtroppo è ormai provato scientificamente che gli effetti dell’utilizzo compulsivo e prolungato di materiale pornografico provoca danni neurologici al pari del consumo di eroina. Ormai la cosiddetta “Cibersexual Addiction” (Dipendenza da Pornografia) rientra nei disturbi da dipendenze, insieme, ad esempio, all’abuso di sostanze stupefacenti, di alcool o al gioco d’azzardo. E se l’esposizione a materiale pornografico avviene prematuramente, in ragazzi appena adolescenti, che conseguenze si potrebbero avere? Contenuti così espliciti possono influenzare la creazione di una propria identità, che, come afferma Erikson, si verifica in questa fase dello sviluppo psico-sociale?
Un ragazzo, in assenza di un’adeguata educazione sessuale, sarebbe portato a percepire le immagini pornografiche, talvolta estremamente violente, come unico e corretto modello da seguire nella sessualità e ciò comporterebbe totale separazione tra affettività e sfera sessuale nelle reali relazioni, con possibili future condotte lesive nei propri e altrui confronti. Inoltre, l’adolescente potrebbe arrivare a considerare il guardare immagini erotiche on-line un modo “comodo” di provare piacere e di vivere la propria sessualità, evitando il confronto diretto con l’altro, che, invece, potrebbe esporlo al rischio di critiche e rifiuti. Infine, la pornografia potrebbe avere anche negative ricadute sull’autostima dell’adolescente, che, desideroso di emulare le performances erotiche viste in video, vivrebbe una notevole ansia da prestazione e sentimenti di inadeguatezza.
Per prevenire e ostacolare simili rischi, gli adulti, genitori in primis, dovrebbero proporre al ragazzo la valida alternativa di una vera e sana educazione sessuale e affettiva, partendo dall’indispensabile base di un dialogo aperto e privo di tabù, che faccia conoscere la sessualità, i rischi che può comportare e i modi per viverla in modo responsabile. Tutto ciò favorirebbe una maturazione completa ed equilibrata di fattori emotivi, fisici, sessuali e affettivi e, quindi, un adolescente libero di conoscere la propria sessualità e non esclusivamente schiavo di osservare quella altrui.
Dott.ssa Emanuela De Marco Psicologa – tutor doposcuola specialistico Nova Mentis