C’era una volta una ragazza felice, circondata da persone che le donavano tanto amore, una fanciulla intelligente, solare, sensibile e sempre pronta a porgere una mano al prossimo. Insomma, una ragazza a cui la vita aveva regalato tante gioie, proprio quella vita però che a volte dà e a volte, senza una ragione apparente, decide di togliere, mettendoti di fronte a sfide ardue e difficili da superare.
Era marzo 2008, quando a Marta venne una febbre altissima che per tre giorni non voleva proprio scendere; un qualcosa di indefinito e strano, come un mostriciattolo cattivo, era entrato nel suo corpo, impadronendosi di lei e così anche dei suoi vivaci sorrisi.
Sensazioni mai provate fino a quel momento, complicate da spiegare. Marta non riusciva a capire cosa avesse scatenato quella febbre improvvisa, ma di una cosa era certa, qualcosa in lei era cambiato, le sembrava di essere in un corpo che non era il suo. Non aveva più appetito, i sapori del cibo erano alterati, mangiava solo perché “sapeva” di doverlo fare e perché “ricordava” cosa amava mangiare. Malgrado i suoi sforzi il suo fisico era inerte, bloccato, come se fosse un vegetale..e intanto i kg pian piano diminuivano, così come diminuiva il sorriso e l’energia che fino a quel momento avevano caratterizzato quella principessa ormai (in)felice.
Eppure, nel cuor suo o forse nella sua ragione, Marta aveva già fatto la sua diagnosi; ma poteva mai una ragazza di appena 20 anni essere creduta da gastroenterologi, infettivologi, endocrinologi, psichiatri, psicologi, nutrizionisti di un certo livello senza avere dati effettivi “su carta”??? Certo che no..eppure Marta era convinta che tutto era stato provocato da quella maledetta febbre e che molto probabilmente alcune tristi vicende personali e familiari che in quel periodo avevano caratterizzato la sua vita l’avevano debilitata fisicamente, fino al punto di non riuscire a difendersi da quell’attacco inaspettato. Una bomba così forte a livello emotivo che, pur dimostrando una forza smisurata e pur mettendoci tanto impegno, non era riuscita a disinnescare, fino al punto di abbatterla emotivamente e fisicamente.
Tutto questo per una guerriera come lei era inaccettabile, era stanca di sopravvivere, stava perdendo troppe cose, il sorriso, i kg, persone a lei tanto care, ma una cosa non aveva perso mai, la voglia di vivere. Fu così che decise di iniziare la sua battaglia verso la risalita!
Passavano i giorni, i mesi, gli anni e tante emozioni emergevano in lei, nuove e inaspettate, rabbia, tristezza, sconforto, paura, speranza. Tra alti e bassi, tra diagnosi e indicazioni terapeutiche errate, piano piano, come una tartarughina indifesa lottava per la sua ripresa; l’appetito era tornato, aveva energia da vendere, ma il peso, quello no..il mostriciattolo cattivo entrato in lei continuava a tenerlo
lì bloccato a 29 kg, con tutte le conseguenze fisiche che ne derivavano, con quella diagnosi di Anoressia, così scontata e facile da attribuire.
Tanti i giudizi e i pregiudizi della gente contro cui si scontrava ogni giorno “Mamma mia ma ti legano sotto al tavolo con il cane per non farti mangiare?”, “Ma non sai che se continui così mamma e papà stanno male?”, e tanti i pareri degli specialisti con cui doveva fare i conti e a cui si aggrappava pur di trovare la strada giusta, scoprendo in poco tempo che era tutto invano, era troppo difficile il suo caso e allora scattava quella benedetta etichetta “E’ Anoressica!”; le dicevano che era inutile provare a nutrirsi tanto il suo organismo non rispondeva più e sarebbe morta di stenti come gli ebrei, ipotizzarono un tumore all’ipofisi, le prescrivevano amminoacidi, psicofarmaci, cure che avrebbero fatto ingrassare anche un cavallo, ma nulla! Eppure Marta non si dava per vinta, era sempre pronta a mettersi alla prova e a continuare a combattere pur di vincere la sua battaglia, in attesa di una soluzione..quella soluzione che come un miracolo arrivò dopo 3 lunghi anni.
Maggio 2011, grazie all’unico medico che si fermò ad ascoltarla, Marta si trovò ricoverata presso l’Ospedale Riuniti di Ancora, un paradiso, medici competenti e tanto umani che presero a cuore quella principessa guerriera arrivata lì con un unico desiderio, quello di porre fine a quell’incubo che da ormai tanti anni la torturava. La tennero con loro 8 giorni, rivoltandola come un calzino, tanti gli esami effettuati, alcuni anche molto dolorosi, ma tutto era ripagato da quell’amore e da quell’ascolto che riceveva.
E poi finalmente arrivò la diagnosi tanto desiderata “Avevi ragione tu!”, così esordì il medico, “Non eri pazza, quella febbre è stata la causa di tutto il tuo calvario!”.
Un periodo caratterizzato da situazioni emotivamente intense e difficili avevano debilitato il fisico di Marta al punto che quella febbre arrivata all’improvviso aveva a sua volta provocato un abbassamento delle difese immunitarie, e che non curata nell’immediato aveva creato delle ulcere dietro l’intestino tenue provocando la diminuzione del peso, bloccando così qualsiasi tipo di risposta in difesa a quell’attacco. Gastroenterite Eosinofila, così si chiamava, una di quelle malattie rare e nascoste di cui ancora non si conosce esattamente la cura giusta, se non il tentare di curarla con una terapia a base di cortisone, supportata da un’alimentazione corretta ed equilibrata.
Questo è solo un piccolo assaggio di quegli anni, ma sicuramente è bastato per capire quanto, a volte, diamo per scontate tante cose che invece dovremmo valorizzare, anche un semplice sorriso, un abbraccio, concedere del tempo per ascoltare, senza giudicare. E’ questo il senso della vita. Ed è proprio dopo questa brutta esperienza che Marta decise di “esserci per l’altro”, sentiva di avere una dote in più che avrebbe potuto utilizzare sia nella sua vita privata che professionale.
Lei ora è una brava psicologa e psicoterapeuta, sempre pronta a crescere professionalmente e a migliorare. Chi meglio di lei può ascoltare, in silenzio, senza pregiudizi, né stereotipi, senza
pretendere niente dai suoi pazienti, con un solo obiettivo, quello di accompagnarli nel viaggio delle emozioni e dei sentimenti, perché a volte non servono tante parole, ma solo tanta empatia. Per lei il suo lavoro è una missione, perché non sono concessi errori quando si ha a che fare con persone, bisogna dare tutto se stesso con la consapevolezza, ovviamente, di essere umani e non onnipotenti. Tanta la paura di non essere all’altezza, di non essere abbastanza per chi vede in lei un punto di riferimento ma anche tanta gioia quando i suoi amati pazienti ritornano a sorridere grazie al suo supporto.
Il suo motto..“sorridere sempre”, la sua storia..un esempio da raccontare per far capire a chi è in difficoltà che nulla è impossibile, anche quando sembra che tutto è contro di te, che la vita ti sta derubando le cose più belle che hai, in realtà ti sta solo mettendo alla prova per farti riscoprire il sapore di quei sentimenti, emozioni, valori che a volte diventano troppo scontati.
Marta la sua battaglia l’ha vinta perché svolge il lavoro per lei più bello del mondo, circondata da tanto amore da parte della sua famiglia e dei suoi pazienti.
E poi..quella vita che aveva cercato di rubarle il sorriso, per farsi perdonare le ha regalato il dono più bello che le avesse mai potuto dare..la maternità..ora Marta è mamma di due splendide creature, Giulio e Gabriele, i suoi due meravigliosi miracoli, con i quali vive felice e contenta!
Dott.ssa Marta Ingrosso