Sebbene in passato ci siano state figure che si sono occupate a vario titolo di linguaggio, voce e di corretta articolazione delle parole, in Italia, la professione del logopedista in quanto professionista sanitario operante nel settore riabilitativo, è relativamente giovane e in molte realtà territoriali ancora poco conosciuta.
Facciamo allora un po’ di chiarezza su questa professione.
Di cosa si occupa il logopedista?
I suoi ambiti di competenza sono determinati dal Decreto Ministeriale del 14 settembre 1994 n.742, con il quale si definisce il logopedista come “[…] l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, svolge la propria attività nella prevenzione e nel trattamento riabilitativo delle patologie del linguaggio e della comunicazione in età evolutiva, adulta e geriatrica”.
Ottenuto il titolo abilitante, il logopedista può quindi lavorare con pazienti di tutte le età e può formarsi e specializzarsi in vari ambiti, occupandosi di ciò che è inerente al linguaggio e alla comunicazione, come per esempio:
- disturbi fono-articolatori (problemi “di pronuncia”);
- ritardo/disturbo del linguaggio;
- deglutizione disfunzionale (deglutizione “atipica”);
- disturbi dell’apprendimento (DSA) – dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia;
- disturbi della fluenza verbale (es. balbuzie);
- disfonie (alterazioni della voce);
- disartrie (alterazioni della produzione verbale conseguenti a danni neurologici);
- afasie (alterazioni della comprensione e/o produzione del linguaggio conseguenti a danni neurologici);
- demenze;
- ipoacusia (perdita dell’udito);
- autismo;
- ADHD;
- comunicazione aumentativa alternativa (CAA) (ausili per disturbi della comunicazione).
Inoltre, sebbene non sia specificato nel profilo professionale, il logopedista è il terapista che si occupa maggiormente di disfagia, ovvero dei disturbi relativi alla deglutizione e/o all’alimentazione.
Con chi opera il logopedista?
Può svolgere la sua attività – presa in carico e gestione del percorso terapeutico del paziente – in totale autonomia o collaborare con altre figure come medici (pediatra, neuropsichiatra infantile, otorinolaringoiatra, neurologo, gastroenterologo, odontoiatra, fisiatra, etc.), professionisti sanitari (fisioterapisti, psicomotricisti, ortottisti, terapisti occupazionali, infermieri, etc.), psicologi e psicoterapeuti, in base alla patologia o al disturbo del paziente.
Dott.ssa Sara Polimeno