Stimolare la “reazione di calma e connessione” con Mindfulness e Biofeedback
In un precedente articolo, abbiamo parlato della nostra salute psico-fisica come il risultato di un buon equilibrio tra l’attivazione del sistema nervoso simpatico (sistema di attacco o fuga) e il sistema nervoso parasimpatico (sistema di calma e connessione), entrambi indispensabili per la nostra vita.
Se ad attivare la reazione di attacco o fuga (e quindi il sistema simpatico) ci pensano già abbondantemente gli stimoli ambientali e le situazioni percepite come stressanti, utile risulta fare, in modo attivo e consapevole, qualcosa per stimolare l’attivazione della reazione opposta e complementare.
E se ora vi starete chiedendo “E’ possibile intervenire sull’attivazione di una parte del sistema nervoso?”, la risposta è un bel Sì convinto!
Già di per sé, il sostegno psicologico, rappresentando una relazione terapeutica basata su ascolto empatico e supporto emotivo, favorisce nel paziente l’attivazione della reazione di calma e connessione, con la conseguente acquisizione di abilità nell’influenzare positivamente il proprio stato anche fuori dal contesto terapeutico.
Lo scambio tra psicologo e paziente, attraverso feedback reciproci, favorisce la regolazione emotiva e di conseguenza il riequilibrio dell’attivazione psicofisica.
Esistono, nello specifico, alcuni approcci e strumenti, che, se utilizzati all’interno del percorso di psicoterapia, stimolano il sistema parasimpatico, con conseguenti sensazioni di maggiore equilibrio e serenità. Tra questi, sicuramente da citare risultano la Mindfulness e l’utilizzo di apparecchiatura Biofeedback.
La Mindfulness: di cosa si tratta?
La Mindfulness è stata definita come “la consapevolezza che emerge quando nel momento presente si presta attenzione, intenzionalmente e senza giudicare, all’esperienza nel corso del suo svolgimento” (Kabat-Zinn, 2003). La nostra mente ha la possibilità, sicuramente adattiva in molte situazioni, di spaziare nel tempo. Quando, però, si perde il contatto con il momento presente, trascinati da pensieri riguardanti il passato o il futuro, viene meno anche la possibilità di sentire ciò che accade dentro e intorno a noi in quel preciso momento e quindi la possibilità di scegliere come reagire, in base al contesto e a ciò che riteniamo importante per noi.
Un approccio mindful consente di spostare il focus attentivo sull’esperienza che stiamo vivendo in un preciso momento e in uno specifico luogo, quindi al “qui e ora”, con curiosità e senza giudizio.
Sono stati individuati degli effetti neurofisiologici di una costante pratica Mindfulness, come l’aumento del volume della corteccia prefrontale e dell’ippocampo, riduzione del volume dell’amigdala, aumento della produzione di serotonina e melatonina: come effetti secondari, la Mindfulness, quindi, porta un miglioramento delle capacità attentive e mnemoniche, riduzione di ansia e stress e miglioramento dell’umore.
È importante, però, specificare che l’obiettivo della pratica non è essere costantemente presenti nel qui e ora o modificare il flusso di pensieri se non corrispondenti a ciò che vorremmo (impossibile farlo), bensì permettere di riportare consapevolmente l’attenzione su ciò che si sente e si fa, quando se ne avverte la necessità.
Biofeedback: di cosa si tratta?
Il Biofeedback, utilizzato in psicoterapia, consiste in un processo di apprendimento, associato a cambiamenti cognitivi, emotivi e comportamentali, che consente di intervenire sulla propria fisiologia, al fine di migliorare la salute psicofisica e/o incrementare una performance. Questo processo avviene attraverso degli strumenti precisi che misurano l’attività fisiologica (battito cardiaco, respirazione, attività muscolare, temperatura e conduttanza cutanea), e che la ripropongono, in forma di feedback visivo o acustico, con un grado elevato di accuratezza attraverso appositi software.
Poiché ogni cambiamento psicologico influenza l’attività fisiologica e viceversa, avendo a disposizione un accurato feedback fisiologico, è possibile sviluppare abilità di autoregolazione. Raggiungere una migliore regolazione fisiologica vuol dire raggiungere una maggiore flessibilità nel passare da uno stato di maggiore a uno di minore attivazione in base alla situazione in cui ci si trova e questo ha positive ripercussioni sul funzionamento generale dell’individuo.
Il fattore comune tra Mindfulness e Biofeedback è quello di non avere semplicemente la possibilità di intervenire clinicamente sul sintomo specifico: queste tecniche consentono una generale rieducazione del paziente, fornendo strumenti trasversali, per stimolare una maggiore consapevolezza del proprio stato interiore e stimolare la reazione di calma e connessione in qualsiasi momento.
Per saperne di più:
https://www.centronovamentis.it/la-nostra-salute-questione-di-equilibrio-tra-sistemi/
https://terapeutaonline.it/migliorare-il-benessere-emotivo-e-fisico-con-la-mindfulness/