Valentina Francioso – Dott.ssa in Psicologia
Durante una serata tra amici, parlando del più e del meno, Eleonora mi racconta il rientro a scuola di sua figlia Cristina. Mi riferisce che, il giorno prima del rientro, Cristina era felicissima di rivedere finalmente i suoi compagni di classe e le sue maestre, era entusiasta di ricominciare ad andare a scuola e di fare i compiti perché oramai era diventato noioso stare a casa.
Ad un certo punto, il focus del discorso si sposta su un compagno di classe di Cristina: Gioele.
Gioele è un bambino che si rifiuta di svolgere le attività proposte dalle maestre, non collabora e si distrae facilmente. A volte risulta aggressivo nei confronti dei suoi compagni, altre volte si isola da loro.
“E’ un bambino proprio strano! In classe disturba e a casa non studia!” esclama Eleonora.
ATTENZIONE! È arrivato il momento di andare oltre gli stereotipi del bambino che non ha voglia di fare, che non si impegna, che non studia, che non sa!”. Conosciamo insieme i DSA!
I DSA sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento che coinvolgono l’abilità di lettura, di scrittura e di calcolo: la difficoltà di lettura è conosciuta come dislessia, le difficoltà in scrittura come disgrafia e disortografia, la difficoltà di calcolo come discalculia.
Queste difficoltà incrementano nei bambini un senso di sfiducia nelle loro abilità, il rifiuto per la scuola, l’insorgenza di ansia scolastica, i cambi d’umore e causano anche manifestazioni somatiche.
Perciò in una classe si possono osservare bambini che non credono in sé stessi, di conseguenza si sentono in colpa per tutti i loro insuccessi scolastici e pensano o ripetono frasi come “non lo so fare”, “non sono capace”, “gli altri lo sanno fare, io no”; bambini che percepiscono la scuola come un ambiente minaccioso, pericoloso e da evitare in qualsiasi occasione (non solo nel caso di interrogazioni e verifiche); bambini che dichiarano, prima di andare a scuola o nelle prime ore scolastiche, di aver mal di pancia, nausea, vertigini, mal di testa oppure hanno una vera e propria crisi di pianto; bambini che si rifiutano di svolgere tutte quelle attività che per loro sono fonte di disagio ed umiliazione, che si distraggono durante la lezione o lo svolgimento dei compiti, che risultano aggressivi o molesti nei confronti dei compagni oppure si isolano e cercano di “nascondersi” nel gruppo classe; infine, bambini che hanno difficoltà ad addormentarsi o si svegliano ripetutamente durante la notte.
Tutti questi comportamenti vengono messi in atto dal bambino per evitare tutte quelle attività che per lui rappresentano degli ostacoli insuperabili e che svalutano la propria immagine. Inoltre, questi comportamenti variano a seconda del bambino ossia delle sue caratteristiche.
Adesso, crediamo davvero che Gioele sia così strano?
Assolutamente no! Gioele ha le sue caratteristiche, come ognuno di noi. Come disse José Pascal: “Il mondo è bello perché è vario”.
Valentina Francioso – Dott.ssa in Psicologia
Questo articolo ha un commento
Brava Dott.ssa Valentina. Buon lavoro!