In uno dei tanti viaggi in cui la protagonista, Giulia Roberts, ricerca attivamente un proprio equilibrio interiore, si ferma a Napoli. In una rinomata pizzeria, Giulia Roberts intenta a gustare una pizza margherita in compagnia di una sua amica, esclama:
“Sono innamorata, sto avendo un’avventura con la mia pizza. Tu sembri in crisi con la tua, che ti prende?” e la compagnia ribatte: “non posso”; Giulia Roberts continua: “Come sarebbe .. è una pizza margherita a Napoli ed è un imperativo morale mangiare e godersi la pizza!” e ancora la coprotagonista della scena: “ vorrei ma ho 5-6 Kg in più … si sono sbottonati i jeans solo a guadarla!”. A quel punto Giulia Roberts, a gran voce, esclama: “Ascolta, io sono stufa di svegliarmi la mattina PENTENDOMI di ogni singola cosa che ho mangiato il giorno prima, CONTANDO le calorie per sapere esattamente quanto DISGUSTO proverò sotto la doccia .. e allora mangio .. NON HO INTENZIONE DI DIVENTARE OBESA ma basta SENSI di COLPA!”
Nelle ultime parole di Giulia Roberts un chiaro comportamento alimentare dettato da un sussulto di emozioni; rabbia, dispiacere contrastati dal raggiungimento di una tormentata serenità a tavola. Eppure decide di mangiare quel pezzo di pizza, decide di inseguire quell’idea di alimentazione sradicata dal bell’apparire, dal controllare costantemente quanti grammi in più ritroverò sulla bilancia, o da quante taglie di pantaloni cambierò nel corso degli anni.
L’alimentazione influenza le risposte del nostro organismo, la nostra salute e le reazioni metaboliche ma, viceversa, il nostro organismo, nelle sue battaglie emotive, influenza fortemente il nostro comportamento alimentare. E allora se siamo tristi diventiamo Iperfagici, ricerchiamo cibi consolatori, cibi appetibili che ci permettano di offuscare quello stimolo negativo, la preoccupazione del momento . D’altro canto c’è chi, di fronte ad un evento stressante, risponde limitando drasticamente il suo introito alimentare, lo stomaco si chiude e cala l’appetito. Le ultime scoperte scientifiche riportano un 2/3 di soggetti che rispondono allo stress diventando Iperfagici e un 1/3 dei soggetti che diventano Ipofagici. Risposte opposte e contrarie, ma legate da un preciso ruolo che affidiamo all’alimentazione. Questa diventa strumento, mezzo di conforto e motivo di gratificazione.
Per questo è importante portare a tavola un pizzico di flessibilità, misura e tanto equilibrio, allontanandoci dall’idea soffocante di una rigida e fortemente restrittiva dieta che difficilmente potrà disciplinarci, o dal terrore che un singolo abbondante pasto possa vanificare le nostre corrette abitudini e i nostri piccoli sforzi. Il peso ottimale, il proprio equilibrio nutrizionale è il risultato del mantenimento delle corrette abitudini alimentari. Eventuali eccessi occasionali rientrano nella norma perché l’alimentazione deve essere gratificazione, convivialità, contatto sociale e non può essere relegata a semplice attività biologica.