Tra un esercizio e l’altro del trattamento, la vedo pensierosa.
Infatti, la domanda non tarda ad arrivare:
“Manu…ma, secondo te, devo dirlo ai miei compagni che sono dislessica?”
Le giro la domanda per capirne di più: “Perché me lo chiedi?”
“Sai, ho sentito due compagne chiacchierare tra loro e dire che siamo in prima media e non so leggere bene come loro…”.
Ora la vedo triste, mi guarda e cerca una risposta.
È bella, orgogliosa del nuovo taglio di capelli che la fa sembrare più grande.
Piena di mille buoni propositi e allo stesso tempo preoccupazioni per l’inizio di questo nuovo ciclo scolastico, come tutti i ragazzini della sua età.
Matura e riflessiva, sa guardarsi indietro e ripercorrere mentalmente i grandi progressi fatti negli ultimi anni, frutto di sacrifici e lavoro costante…ma davanti a quella frase origliata le certezze vacillano…
Allora le sorrido e le dico:” Perché non dovresti dirglielo? Hai mille cose da insegnare su questo argomento per loro sconosciuto…quindi certo, diglielo e spiegagli cosa è la DISLESSIA. Loro non lo sanno, Gloria, è solo per questo che parlano cosi…è importante insegnarglielo.”
Mi guarda di nuovo e ora risponde al mio sorriso…
“Hai ragione…è come ho fatto anche alle elementari ed è andata bene. Poche persone sanno veramente cosa sono i DSA…vorrà dire che devo fare un po’ da Prof.”.
E ritorna al suo esercizio.
E’ proprio vero che di Dislessia si sa poco e ancora meno si sa delle difficoltà e della sofferenza che la nostra ignoranza provoca nei bambini con Disturbi Specifici dell’Apprendimento, che faticano il doppio a stare al passo dei coetanei e che spesso si vedono additati come sfaticati da chi non sa fornire loro le giuste strategie o semplicemente non sa nemmeno quali siano le cause di quella lettura stentata o di quegli errori grammaticali.
Quindi sta a noi il compito di sensibilizzare e far conoscere questa tematica…sta a noi, come dice Gloria, “fare da Prof.”!
INFORMIAMOCI E INFORMIAMO!