“IL GIOCO”, mi capita molto spesso di osservare dei bambini intenti in questa attività, ed ogni volta rimango ammirata davanti all’entusiasmo che provano anche per le piccole cose. Spesso però, molti adulti sono convinti che, ad un punto della nostra vita, il gioco si debba interrompere e dare spazio invece alla realtà e quindi iniziare la scuola e apprendere. Ma cos’è il gioco e quali sono le caratteristiche che lo rendono fondamentale per la crescita del bambino?
La letteratura scientifica stabilisce che, il gioco è di notevole importanza per lo sviluppo del bambino e soprattutto è un potente mediatore per attivare l’apprendimento in ogni periodo della vita. Esso stimola la formazione della personalità, prepara a comprendere regole e migliora l’integrazione sociale.
Il gioco, oltre ad essere ambito di sviluppo della creatività, è spesso sinonimo di apprendimento, perché comporta l’attivazione dei piani: motorio, emotivo, intellettuale, relazionale e sociale. Giocando ad esempio con costruzioni, con penne colorate, il bambino impara le caratteristiche differenti degli oggetti, le loro somiglianze e il loro colore. Il gioco permette di apprendere e di perfezionare capacità quali la fantasia, il confronto, la comunicazione spontanea, l’imitazione e lo scambio di ruoli. Ma qual è il miglior modo per raggiungere questi obiettivi? Bisogna fare molta attenzione, tra ciò che viene insegnato e come viene insegnato.
Esistono tantissimi modi per insegnare un argomento ad un gruppo di bambini attraverso il gioco, uno di questi è il “gioco guidato”. ll gioco indirizzato dall’adulto o “guided play” può essere efficace nel promuovere l’apprendimento (Skolnik Weisberg et al., 2013). Questo tipo di metodo prevede sicuramente un apprendimento centrato sul bambino, che ha un ruolo centrale nella scelta delle attività; ma senza dimenticare che il gioco in questo caso è introdotto e stimolato anche dall’adulto, che dà il via al processo didattico, stabilisce quali devono essere gli obiettivi e cerca di monitorare il procedimento, mantenendo l’attenzione sugli scopi stabiliti. Il gioco guidato, si trova a metà strada tra istruzione diretta e gioco libero, consentendo ai bambini di mantenere un elevato grado di controllo sul loro apprendimento.
Nella concezione di scuola, l’aspetto culturale del gioco è stato sempre molto carente. Quindi perché non utilizzare il gioco anche a scuola? I bambini potrebbero imparare meglio e più in fretta e in maniera più efficace e a qualsiasi età, diventando soggetti attivi nel processo di apprendimento.
BIBLIOGRAFIA Skolnik Weisberg, D., Hirsh-Pasek1, K., & Michnick Golinkoffet, R. (2013). Guided Play:Where Curricular Goals Meet a Playful Pedagogy Lillemyr, O. F., Søbstad, F., Marder, K, & Flowerday, T.,(2011). A Multicultural Perspective on Play and Learning in Primary School
Dott.ssa Sara Valente Psicologa – tutor doposcuola specialistico Nova Mentis